Caratteristiche
L’oro nonostante il suo uso non si consuma. A differenza del ferro che viene corroso dalla ruggine e si sgretola, l’oro una volta estratto o rinvenuto, resta inalterato.
Può essere sepolto, dimenticato, perduto, occultato eppure continua ad restare immutato nel tempo.
La rilavorazione dell’oro usato è sempre stata una pratica comune e sicuramente rappresenta la prima forma storica di riciclo.
Sottratto dalle tombe dei faraoni viene diffuso e oggi dopo una serie di riutilizzi lo possiamo forse ritrovare nel braccialetto offerto come dono di nozze una donna egiziana. L’oro del tesoro di Dario che Alessandro Magno depredò con il bottino dopo aver percorso molte vie diverse potrebbe essere finito nelle monete coniate dai dogi veneziani.
In teoria pertanto potremmo supporre che tutto l’oro estratto fin dall’inizio della storia umana esiste ancora e che tale quantità aumenti anno dopo anno.
Secondo i calcoli dall’antichità fino oggi sono state estratte sulla terra all’incirca dalle 140.000 alle 360.000 tonnellate dopo ogni anno vengono estratte dei giacimenti dalle 2200 alle 2800 t circa elaborate approssimativamente 1100 tonnellate. L’oro è un metallo molto pesante essendo il suo peso specifico pari a circa 20 volte quello dell’acqua e quasi il doppio di quello del piombo.
Una sfera d’oro del peso di 1 kg presenta approssimativamente un diametro di 4 cm grosso modo le dimensioni di una prugna. Si può quindi calcolare che il volume di tutto l’oro estratto e trattato nella storia dell’umanità sia equivalente a un cubo con lato di 21 m, corrispondente pressappoco a un condominio con sei unità abitative.
La quantità che si aggiunge ogni anno per effetto delle estrazioni sull’intero pianeta potrebbe essere contenuta in un garage di posto dalle dimensioni di 6 × 6 × 3 metri.
Etimologia
Secondo la corrente interpretazione etimologica il termine oro deriva da una parola germanica che significa giallo pertanto l’oro è il metallo giallo per antonomasia a differenza dell’argento tradizionalmente etichettato come metallo bianco.
La parola latina aurum ne evidenzia la brillantezza (ausum). Difatti i termini “giallo” e “brillantezza”, del resto, identificano due delle principali qualità che caratterizzano questo metallo e che lo rendono un elemento speciale.
Duttile e malleabile
Oltre la sua pregevole luce l’oro è flessibile e duttile anzi è il più malleabile tra tutti i metalli. Proprio per la sua duttilità deve essere lucidato con grande attenzione per non graffiarlo.
Le lamine d’oro possono essere lavorate a colpi di martello in fogli sottili. Se viene posto tra pelli di animali o cuoio e battuto con il martello il risultato è un foglio d’oro che può raggiungere una sottigliezza inferiore addirittura a 0,00008 mm.
Qui troverai una tabella sintetica delle caratteristiche.